Ritmi circadiani
Alla scoperta dei ritmi che scandiscono la nostra giornata: etimologia, biologia e curiosità sui cicli circadiani
"Circadian" è un termine inglese introdotto nella letteratura medica anglo-americana nella seconda metà del XX secolo ed usato in genere in abbinamento a ritmo. Il dizionario McGraw-Hill, Zanichelli lo definisce "process within an organism occurring independently of external synchronizing signals", ovvero processo all’interno di un organismo indipendentemente da segnali di sincronizzazione esterni. Ma la seguente definizione dell'Oxford English Dictionary ci aiuta a capire meglio il significato del termine circadian: "Designating physiological activity which occurs approximately every twenty-four hours, or the rhythm of such activity", ovvero che designa l’attività fisiologica che si verifica approssimativamente ogni 24 ore, o il ritmo di tale attività. Circadian rhythm è, quindi, un processo ritmico, ovvero che si ripete regolarmente nel tempo con una cadenza di circa 24 ore e che avviene all'interno di un organismo indipendentemente da segnali esterni. L'aggettivo inglese circadian deriva, infatti, dai termini latini "circa", about (circa) e "dies", day (giorno) con l'aggiunta del suffisso "an" ed indica un fenomeno che si ripete all'incirca ogni 24 ore (un giorno). In italiano è stato reso con circadiano e con circadiale e viene utilizzato ugualmente come termine medico insieme a ritmo, anche se potrebbe assumere il significato generico di giornaliero. La nostra lingua registra un'altra parola con significato analogo ed è nictemerale o nittemerale, la quale deriva dai termini greci nyks, nyctos, notte e heméra, giorno e, con riferimento all'alterna successione del giorno e della notte, sta ad indicare fenomeni che presentano variazioni durante le 24 ore, come ad esempio l'apertura e la chiusura dei fiori.
D'altronde sono molteplici i ritmi ciclici naturali che regolano l'organismo umano e, più in generale, ogni organismo vivente, con riferimento anche a periodi diversi dal giorno come le stagioni, che, ad esempio, regolano la sessualità della maggioranza degli animali, o i mesi, che regolano il ciclo (mensile) della donna.
Nell’ambito della scienza medica la cronobiologia (dal greco chronos, tempo e biologia, studio della vita), la quale studia i ritmi dell’organismo in considerazione delle variazioni ormonali e di eventi naturali e fisiologici, come il succedersi delle stagioni, l’alternanza buio luce, il rialzo della temperatura, il metabolismo, partendo da circadiano, ha dato un nome a ciascun ritmo, in considerazione dell'arco temporale di riferimento, con i seguenti termini: circadiano (periodicità di un giorno, 24 ± 4 ore), ultradiano (periodicità di diverse volte nelle 24 ore, come il ciclo di sonno REM-SWS che si ripete più volte durante la notte ad intervalli di 90 minuti circa), infradiano (periodicità superiore ad un giorno, oltre 28 ore) e , nell'ambito di quest'ultimo, circasettano (periodicità di circa sette giorni), circatrigintano (periodicità di circa un mese, trenta giorni), circannuale (periodicità di circa un anno), circalunare, (28 giorni), circatidale (da circa e dall’inglese tidal, di marea, da tida, marea), ritmo biologico basato sule maree di 12,4 ore riscontrato in un crostaceo.
Sembra che questi ritmi siano regolati da un gruppo di cellule che governerebbero una sorta di orologi biologici interni all'organismo. Quello dell'alternarsi della luce e del buio regola, ad esempio, il periodo di attività e quello di riposo, ma anche il metabolismo degli acidi nucleici e la produzione di ormoni. Ne sa qualcosa chi deve affrontare voli transcontinentali con un significativo cambio di fuso orario: in questi casi l'organismo umano subisce un generale scombussolamento proprio perché va fuori sintonia, ossia viene meno la condizione di equilibrio della struttura temporale dell'organismo, detta anche euritmia: dal latino tardo eurythmia, dal greco eurhythmia, giusta misura, armonia, composto da eu, bene, buono ed un derivato di rhythmós, ritmo. Comunque, nell'uomo il ritmo circadiano varia da persona a persona; infatti, rispetto all'alternarsi del sonno e della veglia, vi sono persone che hanno bisogno di poche ore di sonno per ristorarsi ed altre che passerebbero intere giornate tra comode coltri; così come vi sono persone mattiniere, che poi crollano la sera, ed altre serotine o nottambule, che però al mattino hanno difficoltà a carburare.
Quest’ultimo è un verbo denominale, ovvero derivato dal radicale o radice di un nome. Deriva, infatti, da carburo, composto binario del carbonio con un altro elemento più elettropositivo. E carburo viene dal francese carbure derivato da carbone (carbonio) con il suffisso -uro, che sta appunto ad indicare la combinazione con un altro elemento. Il nostro carbone deriva, invece, direttamente dal latino carbonem, che in Francia è diventato charbon. Ma torniamo a carburare, che nel linguaggio motoristico significa regolare correttamente il funzionamento di un motore con giusta alimentazione, per cui si dice che un motore carbura bene o male ovvero non carbura, mentre in senso figurato usato soprattutto dai giovani, vuol dire essere in forma, funzionare a dovere.
Chi fosse interessato alla descrizione dei ritmi circadiani (temperatura, pressione, ecc.) e dei ritmi con periodicità diversa dal giorno dovrà naturalmente far riferimento ad un testo di biologia o ad una enciclopedia, che trattino la materia in maniera approfondita.
Rimanendo, invece, alle parole, ad esempio alla definizione di circadian rhythm del McGraw-Hill, è interessante notare come l'inglese, lingua indoeuropea del gruppo germanico, abbia molti termini che derivano direttamente o indirettamente dal latino e dal greco: così rhythm viene dal francese rythme, dal latino rhythmus, battuta regolare), a sua volta dal greco rhythmós, ritmo, movimento a cadenza; process risale al latino procedere, composto da pro e cedere, avanzare; organism è dall’inglese organ, dal latino organum, a sua volta dal greco órganon strumento; independent viene dal francese indépendent, composto da in negativo e da dependent dal latino dependere; ed ancora external, dal latino externum derivato da exterum, ovvero che sta fuori; synchronize, dal greco synchronízein, essere contemporaneo; ed, infine, signal, dal francese signal, dal latino tardo signale da signum, segno, insegna.